(Mauthausen)
Da pochi giorni la magistratura militare ha dichiarato «Libero nella persona», il capitano delle Ss che partecipò alla strage delle Fosse Ardeatine (335 persone uccise dai nazisti il 24 marzo del 1944), è infatti ora autorizzato a recarsi «tutti i giorni», per andare a lavorare, nello studio dell’avvocato Paolo Giachini.
Condannato all’ergastolo dalla Corte d’Appello militare, Priebke si vide confermata la condanna dalla Cassazione il 16 novembre ’98. Poi, nel 99 gli vengono concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute.
Il bilancio è quindi di un annetto di carcere sessant’anni dopo.
Il Circolo Culturale ANPI di Ispra si unisce all’indignazione esternata da Massimo Rendina, presidente dell’Anpi: «Priebke è stato condannato per un reato contro l’umanità , come si fa a parlare di normali benefici di legge? Il magistrato ha compiuto una violazione. Questa non è solo un’offesa ai familiari ma alla giustizia, al popolo italiano…
Pur conoscendo la larga discrezionalità di cui gode la magistratura, specie quella militare, viene automatico chiedersi: ma se è stato ammesso al beneficio degli arresti domiciliari per motivi di salute, come si può ora ritenere necessario che Priebke goda di ulteriore libertà per permettergli di andare a lavorare?
A 93 anni!
Propongo di impiccarlo.
Provo un rofondo senso di sgomento ed al tempo stesso di vergogna per l’offesa arrecata a chi ha pagato con la propria vita la libertà e la democrazia che consentono purtroppo queste decioni scellerate.
C’è chi non conosce pietà , e forse a qualcuno l’immagine sopra infonde soddisfazione e non sgomento. Non scandalizziamoci, le nostre librerie sono piene di libri gialli e le nostre televisioni nonché cinema sono pieni di orrori. Perché? Si spera che questa lunga vita che è stata data a Priebke gli serva anche a pentirsi, se conosce pietà .
Non ci sono parole per commentare questo fatto, rabbia, indignazione,senso di impotenza nei confronti di chi dovrebbe garantire l’applicazione della Costituzione, coloro che si dicono figli della resistenza solo nel momento in cui pongono con sufficienza una corona davanti a una lapide e subito dopo pronti a legiferare dimentichi di quel gesto. Un vero insulto a coloro che quella lapide commemora.
Il Magistrato? Lungimirante! Si è infatti limitato ad applicare la “legge Biagi”.
Questa infatti è la prospettiva per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro: trovare un posto di lavoro a 93 anni ed oltre.