L’ANPI è custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita con la Resistenza a sconfiggere il totalitarismo, è ora la casa di tutti gli antifascisti appassionatamente e generosamente impegnati per la difesa e la piena attuazione della nostra Carta Costituzionale, insostituibile dettato di diritti e democrazia.
La memoria dell’ANPI è intatta, nel ricordo di coloro che ci hanno lasciato, durante il periodo fascista e nel ricordo di partigiani e delle partigiane e dei tanti antifascisti che hanno perso la vita durante la Resistenza e nei campi di sterminio.
L’ANPI ha compiuto settant’anni, vanta nella sola Lombardia 26.500 iscritti. In Italia 130.000 con 110 Comitati Provinciali e 8 sezioni all’estero. E’ oggi è un’associazione per la democrazia, in difesa e per l’attuazione della Costituzione.
Contrasta il revisionismo e il neofascismo che mirano a rovesciare le radici civili del Paese. Difende l’unità d’Italia, faticosamente riconquistata dalla Resistenza.
In una profonda crisi economica come quella che stiamo vivendo, nonostante non ci siano i presupposti uguali a quelli degli anni in cui è nato il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, non possiamo permetterci di far creare gli spazi e le condizioni perché la storia possa ripetersi.
Occorre dunque, impegnarsi tutti perché prevalgano, su tutto, i valori di fondo della costituzione e siano risolti i gravissimi problemi economici, sociali e culturali, che la crisi comporta e ingigantisce al tempo stesso.
In questo impegno, ovviamente ANPI è in prima linea, ce lo impone lo statuto e ce lo impone la nostra storia ed il debito che abbiamo contratto con tutti coloro che sono caduti per la nostra libertà.
In base alle dichiarazioni dell’assessore Clerici, Anpi Provinciale Varese chiede le sue dimissioni. Chiede anche al Sindaco Fontana che partecipa alle nostre manifestazioni del XXV Aprile e dell’Ottobre di sangue di ritirare la delega all’assessore.
Gentile Avvocato Fontana,
Le scriviamo per chiederLe formalmente un suo intervento rispetto alle affermazioni che un Suo membro di Giunta, Assessore Dottor Stefano Clerici, ha pubblicamente rilasciato, difeso e reiterato in merito alla manifestazione pubblica promossa dall’ANPI il 29 Novembre 2014 a Varese in risposta agli atti Neofascsti e NeoNazisti avvenuti presso il Sacrario di Duno la notte dell’1 Novembre 2014.
Per FIAP e ANPPIA, questo intervento, può solo sostanziarsi nell’atto formale di ritiro delle deleghe al Dottor Clerici, riaffermando, al di là delle ideologie e delle diverse inclinazioni politiche, la difesa e il rispetto dei principi costituzionali che sono comuni a tutti i cittadini italiani.
Questo atto deve rappresentare la riconquista della dignità degli organi comunali e di tutti i cittadini del Comune di Varese che le affermazioni del Dottor Clerici hanno degradato e violato.
La FIAP spera e si augura che questo possa essere l’ultimo atto di una inciviltà manifesta, pubblica e contro la nostra Costituzione posta in essere da un membro dell’Istituzione che Ella rappresenta.
Le chiediamo inoltre cortesemente, per il ruolo che Ella ricopre, di cercar di ricordare al Dottor Clerici, che buona educazione impone il rispetto almeno per chi come Angelo Chiesa (Presidente Provinciale ANPI Varese) ha testimoniato seppur in condizioni fisiche difficili l’esempio di chi ha lottato per la sua e nostra libertà.
Inoltre, sottolineiamo che alla manifestazione erano presenti tutte le Associazioni Partigiane Italiane (ANPI, FIAP e FIVL) unite nel testimoniare con la società civile la difesa dei principi costituzionali e di legalità.
Rispetto agli interrogativi del Dottor Clerici, evidenziamo che la manifestazione è stata promossa ed organizzata ed appoggiata dall’ANPI, dalla FIAP e dalla FIVL unite con le tre sigle sindacali e che le “zecche di dubbia provenienza” sono riconducibili a queste realtà.
Parafrasando Sandro Pertini: “ecco queste Zecche sono i morti della Battaglia di Duno, dell’ottobre di sangue, sono i Walter Marcobi, i Leopoldo Gasparotto, sono i torturati di Villa Dansi che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori. Nella loro memoria, sospinta dallo spirito dei partigiani e dei patrioti, molti varesini sono scesi in piazza per riaffermare il “no” al fascismo, per democraticamente respingere, come ne ha diritto, la provocazione e l’offesa”.
Interpretiamo ogni atto, ogni manifestazione, ogni iniziativa del Dottor Stefano Clerici, una chiara esaltazione del fascismo e poiché il fascismo, in ogni sua forma è considerato reato dalla Carta Costituzionale, l’attività si traduce in una continua e perseguibile apologia di reato.