Il 7 Ottobre il gruppo neonazista greco alba dorata (molto seguito
anche in Italia) è stato condannato e riconosciuto dalla giustizia
greca come gruppo criminale organizzato. Durante la crisi economica greca
(che ancora continua), alba dorata si è imposta sulla scena politica greca riuscendo ad ottenere più di 500 mila voti alleelezioni europee del 2014.
La sua retorica nazionalista e antisistemica le ha fruttato un riconoscimento importante da parte della società. In verità, alba dorata non è mai stata contro il sistema ma, al contrario, è sempre stata la mano lunga dello stato.
Con l’appoggio di una parte della polizia ha realizzato numerosi
attacchi assassini contro i movimenti antagonisti, contro sindacalisti
ed extracomunitari, dimostrando di non essere altro che manovalanza al servizio del sistema industriale, come sempre sono stati i movimenti fascisti durante le grandi crisi del capitalismo. Ricordiamoci che alba dorata è stata finanziata anche da alcuni dei più grandi armatori navali del Pireo, allo scopo di contenere le proteste dei lavoratori con la violenza.
Però, alba dorata ha sempre trovato davanti a sé un grosso movimento antifascista,
che ha lottato nelle strade di tutte le città greche per tenere i quartieri puliti dal veleno del fascismo.
Mentre il sistema (media, polizia e vari politici) promuoveva le azioni
criminali del gruppo neonazista, il movimento antifascista lottava
quotidianamente pagando con decine di compagni arrestati e anche torturati.
Una delle figure principali di questa lotta è stato Pavlos Fyssas, musicista antifascista assassinato da una squadra d’assalto di alba dorata il 18 Settembre del 2013.
E’ stato questo omicidio a cambiare gli equilibri della società greca e a rompere ilsilenzio intorno al terrorismo di stampo neo nazista.
Questo omicidio è stato anche l’occasione per quella parte dello stato a loro ostile, di mandare i leader del partito neonazista in prigione.
Il procedimento giudiziario di cui parliamo ha preso in considerazione anche altre due aggressioni con gravi lesioni fisiche ai danni di un sindacalista di sinistra e di due pescatori egiziani.
Non ci interessa qui capire analiticamente perché la giustizia borghese abbia deciso di giudicare i neonazisti; quello che ci interessa sono le immagini delle migliaia di antifascisti che hanno riempito le strade di Atene e delle altre città greche il giorno della decisione della Corte di giustizia.
Lo stato ha giudicato i neonazisti nel tribunale ma il movimento antifascista li ha condannati nelle strade, l’unico posto dove veniva e verrà sempre condannato il nazi-fascismo.
Ci auguriamo che anche in Italia presto risorga un movimento antifascista degno di questo nome, capace di scacciare dalle strade questi tristi epigoni del passato peggiore, e anche di sospingere la magistratura verso la giustizia.
Qui di seguito il link per vedere la manifestazione degli antifascisti ad Atene, intorno al palazzo di giustizia, il giorno della decisione.