25 aprile 2022 mattina



Oggi è il 77° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo.
Anche se ormai il termine fascista è universalmente usato per descrivere despoti e grezzi sopraffattori di ogni sorta e bella ciao viene cantata ovunque minoranze oppresse si ribellino in cerca di libertà, le problematiche sollevate dalla generazione dei partigiani e dalla loro lotta sono tuttora lontane dall’essere risolte.


Ad un anno dall’attacco dei fascisti Romani alla sede del sindacato, stiamo ancora aspettando che il governo si decida a “valutare seriamente”, come espresso in quell’occasione, lo scioglimento delle organizzazioni fasciste italiane. Nulla di tutto questo accadrà, questo lo sappiamo già. 
Ancora più inquietante ci sembra il crescere a livello internazionale di una nuova sorta di controcultura, dichiaratamente o subdolamente di estrema destra, che si allarga silenziosamente, approfittando della disgregazione sociale, della sfiducia generalizzata e della crisi culturale delle istituzioni democratiche, cavalcando la superficialità, l’anonimato e la rapidità dei messaggi veicolati dai social media e da internet. Risorgono anche in Europa vetusti nazionalismi, sovranismi, e misticismi razzisti che speravamo di non incontrare più.   


La Resistenza si sviluppò, nella maggioranza dei casi, come scelta di diserzione, come opposizione e ribellione personale alle guerre volute dai fascisti. L’Anpi non è un’associazione reducistica fiera dei suoi trascorsi bellici. Come molti di loro ci hanno spiegato, i partigiani salirono in montagna e combatterono una vera e propria guerra contro la guerra, nella speranza di vederla finire per sempre. 
Non per caso l’art.11 della Costituzione usa l’espressione “l’Italia ripudia la guerra”. 


Purtroppo anche questa speranza è andata a infrangersi contro una realtà dove la barbarie insensata della guerra si è soltanto trasformata. Oggi i nefasti interessi che si contendono le risorse del pianeta per assecondare un modello di sviluppo impossibile e colpevole delle spaventose disuguaglianze sociali, si fronteggiano nei paesi poveri, creando sempre più vaste zone e umanità devastate, contaminate, di scarto. 


Come ci ricorda Gino Strada, vero eroe da poco scomparso, a morire in questi anni sono per la maggioranza civili inermi e finché si continueranno a produrre ingenti quantità di armi le guerre non finiranno.


I nefasti interessi sono anche quelli di chi continua ad arricchirsi producendo e vendendo armi, la cosa ci riguarda da vicino visto che l’Italia nel 2021ne ha vendute per 813 milioni di euro al Quatar, 762 agli Stati Uniti, 305 alla Francia, 262 alla Germania, 203 al Pakistan e via dicendo per un totale di 5,34 miliardi di euro  –  la nostra provincia come noto vanta diverse aziende così dette“leader del settore”. 
Il presidente partigiano Pertini diceva “svuotate gli arsenali e riempite i granai”, è inutile dire che le cose stanno andando in un’altra direzione.


Condanniamo senza appello l’aggressione in corso all’Ucraina, che diversamente da molte altre è sbattuta sotto gli occhi di tutti, come condanniamo senza appello quella al Kurdistan, alla Siria, all’Afganistan, al Congo, allo Yemen e tutte quelle delle circa trenta guerre attualmente in atto.


Siamo felici di vedere che gli italiani stanno esprimendo solidarietà e accoglienza al martoriato popolo ucraino, ci piacerebbe vedere la stessa cosa con tutte le altre vittime e si deve vergognare il politico che ha parlato di “veri profughi”, come se ci fosse qualcuno felice di lasciare la sua terra per via della guerra, della siccità o della fame.
 
Vogliamo citare le parole di Marco Armiero, presidente della società europea per la storia ambientale:
Cos’è il mar Mediterraneo oggi, se non la barriera materiale e concettuale contro la quale migliaia di uomini si infrangono, nel tentativo di forzare i confini, che dividono coloro ai quali si attribuisce valore da coloro che si possono scartare?”


Oggi alle 16 e 30 in Sala Serra presenteremo il nostro nuovo libro sulla morte di Pier Paolo Pasolini, profeta della contemporaneità, che già negli anni ’60 lanciava forte il suo grido d’allarme spiegando che sarebbe stato il consumismo ed i suoi apparati transnazionali ad appiattire le coscienze, a scatenare guerre e a distruggere il pianeta in cui viviamo.


Ora e sempre Resistenza.
Circolo Culturale Anpi Ispra
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Lunedì 25 aprile

Il libro – intervista a Silvio Parrello, uno dei “ragazzi di vita” del primo romanzo di Pasolini, che molti anni dopo la sua morte si è messo a indagare ed ha contribuito alla riapertura del processo pochi anni fa.
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Documento anarchici ucraini

Pubblichiamo – dopo averlo tradotto e lievemente accorciato – questo interessantissimo e drammatico documento prodotto dagli anarchici ucraini all’inizio del febbraio 2022 che ci sembra molto interessante per capire i tragici sviluppi della situazione attuale.

Questo testo è stato composto insieme da diversi attivisti anti-autoritari attivi in Ucraina. Non rappresentiamo un’organizzazione, ma ci siamo riuniti per scrivere questo testo e prepararci per una possibile guerra. 

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Ciao partigiano Pippo

Si è spento il nostro amico partigiano Pippo Platinetti, che con noi ha animato tanti 25 aprile a Ispra, aveva 99 anni. Un altro pezzo di storia, come diceva lui, è scomparso. Pippo era uno di quelli che la Resistenza l’aveva vissuta tutta, dal settembre del ’43 al 25 aprile del ’45 ha infatti combattuto e girato a piedi in lungo e in largo le valli dell’Ossola, dove ancora si recava fino a pochi anni fa. Per chi lo volesse ricordare o conoscere c’è sul canale youtube del Circolo Culturale Anpi Ispra il nostro film “Il comandante Pippo“, la sua storia è anche nel primo volume della serie “Il fiore meraviglioso“.

Pippo a casa sua nei boschi di Marchirolo, una quindicina di anni fa.

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Sabato 10 luglio

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Lunedì 5 luglio

Aldo Lado – un regista scrittore sul lago Maggiore: una giornata tipo di Aldo Lado, regista di culto del giallo italiano anni ’70, e del paese di Angera d’inverno: da ben prima dell’alba, quando Aldo, oggi scittore, comincia a lavorare ai suoi libri, alla sera, quando lentamente il paese si spegne e Aldo va a dormire.

Sentire il mio passo sul sentiero:la vita quotidiana e le testimonianze di persone che hanno scelto di ritornare alla montagna; un micro-fenomeno inverso rispetto allo spopolamento delle aree montane e rurali. Incontri con scelte esistenziali, dettate da fattori diversi, ma unite da un unico fine: trovare una risposta partendo dalla natura.

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Oggi, sabato 19 giugno

Oggi ale 15.30 ritrovo a Saronno in Piazza dei Mercanti (via Monte Generoso) per un volantinaggio davanti alla Lidl di Gerenzano (statale varesina) alle ore 16.

Come avrete sentito un sindacalista è stato ucciso durante uno sciopero dei lavoratori ultra sfruttati della logistica: un camionista ha sfondato il blocco travolgendo i presenti e ammazzandolo.

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Sabato 26 giugno

Siamo veramente lieti di annunciare il nostro primo evento pubblico dall’inizio della pandemia, abbiamo deciso di lasciare la serata agli amici Faya Freedom che da sempre seguono e sostengono le attività del Circolo Culturale Anpi Ispra, ora e sempre Resistenza!
A sabato.

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25 aprile 2021



Buongiorno a tutti e buon 25 aprile.

E’ il secondo anno consecutivo che ci ritroviamo a dover celebrare il 25 aprile in un mondo profondamente cambiato, soggetti a restrizioni fino a poco tempo fa impensabili.  
Questo 76° anniversario della liberazione dal nazifascismo ci trova in un’epoca segnata da profonde incertezze.

Anche la reazione degli stati alla pandemia è stata la più svariata, se il presidente Bolsonaro, chiarendo che è solo l’economia che conta e che deve andare avanti, si è spinto fino a dire che il virus non esiste, altri hanno ritenuto legittima una compressione delle libertà personali tale da prevedere la fucilazione di chi sorpreso in giro in violazione del lockdown. 

L’estrema destra è stata paradossalmente la prima a manifestare contro le restrizioni imposte nell’ultimo anno; sappiamo bene che non è il valore delle libertà individuali a muoverli; è a difesa degli interessi della classe dominate, della produzione e delle economie forti, che le azioni di questi soggetti hanno sempre risposto
Bisogna però fare molta attenzione a non bollare come reazionario o complottista chiunque presenti un pensiero critico sulla gestione della pandemia, bisogna fare attenzione e impedire a quella gente di cavalcare facilmente, come in passato, un periodo di difficoltà, per conquistare consenso popolare. 


La cosa che ci spaventa è il sentir discutere solo di come e quando tutto, a livello di produzione e consumo, tornerà come prima.
Se si continuerà a non prendere atto dell’urgenza di un cambio di rotta globale, di scardinare, per dirla come Serge Latouche, la religione del profitto, lo sfruttamento delle risorse naturali e degli uomini più ricchi a danno dei più poveri continuerà a crescere, come ha fatto in tutti questi anni, andando giorno dopo giorno ad erodere le garanzie sociali, frutto di decenni di lotte sanguinose.

Nel 2001 al G8 di Genova eravamo in molti a sostenere che globalizzazione e libero mercato avrebbero condotto a disastri umanitari ed avrebbero accentuato le disparità sociali e lo sfruttamento, fummo picchiati e diffamati dalla grancassa mediatica come teppisti e delinquenti.

E’ ormai evidente che il modello di sviluppo attuale provoca danni ambientali irreversibili, e come assicurano molti scienziati, possono portare alla diffusione di nuovi virus. 


Alcuni comandanti partigiani, avevano ben chiaro che una volta abbattuto il fascismo, sarebbero state le grandi forze e gli interessi dell’economia e della finanza internazionale il terribile leviatano contro cui battersi, per scongiurare catastrofi e per arrivare ad una società dove la giustizia sociale non fosse solo un vuoto enunciato di principio. 

Purtroppo la fine della seconda guerra mondiale non ha portato alla generale liberazione dei popoli, ma alla generale liberazione del mercato. 

Pasolini già pochi anni dopo, diceva che il consumismo é riuscito dove il fascismo ha fallito: a trasformare antropologicamente gli uomini, ad anestetizzare le coscienze, ad assuefarle alla mediocrità e alla sopraffazione; dovremmo infatti indignarci se due giorni fa, libici, maltesi ed elicotteri europei di Frontex, sono rimasti tutti insieme a guardare centinaia di persone affogare in mare, valutando che la cosa non fosse di loro competenza.


A nostro avviso una grande vittima della pandemia è stata la scuola, per cui l’istruzione, con ripercussioni che si riveleranno gravi col passare del tempo. La scuola deve essere pubblica, laica e solidale. I continui tagli in atto, e i vergognosi finanziamenti alle scuole private rischiano di renderla sempre più misera, elitaria e classista.
Invece le drammatiche ripercussioni dei tagli e dell’erosione della sanità pubblica abbiamo già potuto vederle tutti l’anno scorso. 

Se dobbiamo imparare a convivere con il virus, dobbiamo anche imparare a gestirlo dal basso, per non rischiare di perdere le libertà fondamentali e vedere repressi gli aneliti di autorganizzazione che investono i vari campi della vita e della società. 

Restiamo umani anche davanti alla pandemia, per recuperare la solidarietà e il senso di comunità e non rinchiuderci nelle case, soli, a respirare la paura.

Ora e sempre Resistenza!

Circolo Culturale Anpi Ispra



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Domenica 25 aprile

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